Uno studio scientifico multidisciplinare confermerebbe una teoria che ha oltre 100 anni: di Nefertari rimarrebbero solo le ginocchia! Tra le regine più celebri dell’antico Egitto, Nefertari morì intorno a 40-50 anni nel 25º anno di regno del marito Ramesse II (1279-1212) e fu sepolta nella spettacolare QV66 della Valle delle Regine. La tomba, depredata già in antico, fu scoperta nel 1904 da Ernesto Schiaparelli, l’allora direttore del Museo Egizio di Torino; per questo, i pochi oggetti trovati nella sepoltura fanno parte della collezione piemontese.
Tra questi, spiccano tre frammenti di gambe mummificate (S. 05154 RCGE 14467), una rotula e parte delle tibie e dei femori, da subito collegati alla regina per il contesto di ritrovamento. Ora, grazie all’esame del DNA, ai raggi X, alla datazione al radiocarbonio, a ricostruzioni antropometriche e allo studio egittologico dei pezzi superstiti del corredo, si avrebbero dati quasi definitivi in tal senso. I resti, infatti, apparterrebbero a una sola donna di circa 40 anni, vissuta intorno al 3244 +- 17 BP (before present, cioè prima del 1950), datazione compatibile con il regno di Ramesse. Inoltre, le analisi chimiche dei materiali usati nella mummificazione rivelerebbero tecniche adottate durante la XIX-XX dinastia (assenza di bitume e utilizzo di grasso animale).
L’articolo originale nato dal lavoro che fa parte del “Canopic Jar Project”: http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0166571