Nuove scoperte a Tell el-Dafna: fortificazioni di Psammetico I e tracce dell’eruzione di Santorini

Nuove scoperte a Tell el-Dafna: fortificazioni di Psammetico I e tracce dell'eruzione di Santorini - Djed Medu

Non si fa in tempo a tracciare un bilancio definitivo dell’anno che vengono annunciate nuove scoperte! In occasione della visita ufficiale del ministro El-Damaty al sito di Tell el-Dafna, 15 km a nord-ovest della città di Qantara, nei pressi del Canale di Suez, sono stati resi pubblici ai giornalisti locali gli ultimi risultati della missione egiziana diretta da Mohamed Abd el-Maqsoud. Purtroppo, nonostante si tratti di un’area estremamente interessante e importante dal punto di vista storico, i dispacci ufficiali sono sempre approssimativi e o mal tradotti. Spesso, infatti, vengono riproposte scoperte già effettuate o dati corredati da foto di repertorio. Non fanno eccezione le ultime notizie che, oltre alle già note fornaci di XXVI dinastia, fanno riferimento senza troppi approfondimenti a un bastione di Psammetico I (664-610) e a tracce dell’eruzione di Santorini. Nel primo caso, si parla di un’isola fortificata nel ramo pelusiaco del Delta con possenti mura di mattoni crudi per un perimetro di 400 x 800 m, soprattutto sul versante NW in cui, grazie a uno spessore di  20 metri, servivano ad arginare le acque del Nilo. La struttura apparterrebbe al sistema difensivo che il faraone saitico, dopo la riunificazione dell’Egitto, organizzò per proteggere i confini a ovest, est e sud. Invece, per quanto riguarda le scorie vulcaniche di Santorini, a parte la scelta della nomenclatura “San Torino” (che mi ha fatto pensare a Clint Eastwood…), non vengono fornite altre informazioni. Ed è un peccato perché l’eruzione di Thera, l’antico nome del vulcano e dell’isola cicladica, fu un vero e proprio fenomeno di portata mondiale che ebbe influssi climatici in tutto il bacino del Mediterraneo. Intorno al 1500 a.C. (datazione tradizionale che si basa su tipologie ceramiche e che recentemente è stata messa in dubbio da analisi al C14 che anticiperebbero la data di circa 120 anni), ci fu un’esplosione, ancora più potente di quella del Krakatoa  del 1883, che distrusse l’insediamento di Akrotiri, creò una voragine al centro dell’isola ed emise pomici che arrivarono fino a Creta, Cipro, Anatolia e nord dell’Egitto.