Le autorità del Ministero delle Antichità hanno annunciato che nell’Oasi di Dakhla, una delle principali aree verdi del Deserto Occidentale (380 km a ovest di Luxor), una missione egiziana ha individuato due tombe risalenti al periodo romano. Il ritrovamento è stato effettuato a Bir Shagala, necropoli della città di Mut, attuale capoluogo della provincia ma centro amministrativo dell’oasi fin dall’Antico Regno. Così come per le altre sepolture scoperte in precedenza, le strutture sono realizzate in mattoni crudi e si compongono di un atrio trasversale e due camere funerarie.
In particolare, alla prima tomba si accede tramite una scalinata di 20 gradini che conduce all’ingresso realizzato in pietra arenaria con un altare in calcare. Da qui si entra nella sala principale, dall’andamento E-O (5,4 x 2,5 m), sulla cui parete settentrionale si aprono i passaggi verso due camere funerarie. Quest’ultime sono collegate a ulteriori due vani, disposti su un piano superiore, in cui sono stati scoperti vasi ceramici, lucerne e resti ossei relativi a diversi individui. Il soffitto, in gran parte crollato, era alto 3,7 m.
Ad est della prima tomba se ne trova una seconda (l’unica di cui, al momento, sono state rilasciate foto). Anche in questo caso una sala trasversale conduce alla camera principale che presenta una nicchia sul fondo e le pareti stuccate con i resti di una scena dipinta che mostra il processo di mummificazione in cui il morto è deposto su un letto a forma di leone fiancheggiato da due sacerdoti o divinità (un parallelo coevo si può trovare nella necropoli alessandrina di Kom el-Shuqafa). Interessante è la commistione tra la tradizione religiosa egizia e lo stile decorativo romano.