Lo scorso 11 ottobre, dopo 18 anni di lavori, è stato finalmente riaperto al pubblico il Museo Greco-Romano di Alessandria d’Egitto, che ho personalmente fatto in tempo a visitare poco prima della lunga chiusura per restauro nel 2005. Più che di restauro, però, in questo caso è più corretto parlare di completa riprogettazione dell’edificio originale di cui resta praticamente solo la facciata neo-classica.
Il Museo Greco-Romano è, in un certo senso, opera dell’ingegno italiano. Costruito nel 1892 e inaugurato il 26 settembre 1895, fu infatti indeato dall’egittologo e papirologo piemonetese Giuseppe Botti (foto in basso a destra) – che ne divenne il direttore dal 1893 al 1903 – per esporre i reperti di epoca tolemaica e romana scoperti nei siti dell’area di Alessandria. Oggi il Museo raccoglie in 27 sale circa 6000 oggetti che coprono un vasto arco cronologico, dal periodo faraonico fino a quello bizantino (641 d.C.).
Il moderno allestimento si sviluppa attorno al cortile centrale dove è esposta la monumentale statua di una regina tolemaica raffigurata come Iside, recuperata dalle acque del Mediterraneo nel punto in cui si trovava l’isola di Faro (foto in basso). Oltre alle normali vetrine con oggetti, ci sono ricostruzioni architettoniche di tempietti, tombe e relitti. Si possono apprezzare nuovi sfondi scenografici, luci, pannelli e didascalie, oltre a un laboratorio di restauro, una sala multimediale, una biblioteca e bookshop. Infine, è ancora protagonista il nostro paese con un percorso tattile per non vedenti realizzato grazie a “Italia ed Egitto per un modello di cultura senza barriere”, progetto nato dalla cooperazione tra Ambasciata Italiana al Cairo, Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano e il Museo Tattile Statale Omero di Ancona.
Il museo è aperto dalle 9.00 alle 17.00 pagando – solo con carta – un biglietto di 300 LE (9,20 euro al 29/10/2023) o 150 LE per studenti fino ai 30 anni.
Ringrazio per le foto Cristina Alù