Ricercatori italiani mappano in 3D la Valle dei Re

Ricercatori italiani mappano in 3D la Valle dei Re - Djed Medu

Un’area archeologica di circa 30.000 m² è stata scansionata da ricercatori italiani e in futuro sarà disponibile in 3D grazie a un’applicazione. E dal titolo avrete capito che non si tratta di un sito qualunque.

Il progetto “The Complete Geophysical Survey of the Valley of the Kings“, diretto dal prof. Franco Porcelli (Politecnico di Torino) in collaborazione con esperti di Università di Torino, 3DGeoimaging e Geostudi Astier, prevedeva infatti la mappatura completa della Valle dei Re a corredo di indagini nella tomba di Tutankhamon. I risultati della campagna di ricognizione geofisica e geomatica dell’intero ramo orientale della valle e di parte di quello occidentale sono stati recentemente pubblicati sulla rivista “Sensors”.

Il team, ricorderete, aveva confutato la tesi di Reeves e le prime analisi con georadar che sembravano aver rilevato la presenza di camere nascoste oltre i muri nord e ovest della camera funeraria. Ma, al tempo stesso, aveva poi individuato due promettenti anomalie nei pressi della KV62 (ve ne avevo già parlato lo scorso anno). Un’altra anomalia che sembra di origine antropica è stata invece localizzata nel piazzale di fronte all’ingresso della tomba di Ramesse IV (KV2). Come mi ha gentilmente riferito Gianluca Catanzariti, geofisico a capo della 3DGeoimaging e membro della missione, ci sarebbe un livellamento sabbioso che potrebbe celare qualcosa, forse le due capanne in pietra e mattoni crudi di epoca romana e copta segnalate da Theodore Davis ed Edward Ayrton che scavarono lì all’inizio del secolo scorso (David T. M., Ayrton E. R., “The Excavations during the Winter 1905-1906”, in Davis T. M. et al., The Tomb of Siphtah: The Monkey Tomb and the Gold Tomb. The Discovery of the Tombs, London 1908, pag. 7).

Per la mappatura sono stati usati laser scanner e fotogrammetria, più particolari software di gestione ed elaborazione dei dati. Per la parte geofisica dello studio, invece, gli strumenti adottati per “guardare” sotto la superficie del terreno sono stati georadar, magnetometri e la tomografia elettrica di resistività.

Porcelli ha riferito la volontà di continuare il lavoro anche all’interno delle tombe, così da dare la possibilità a tutti di visitarle. Al di là dell’attenzione verso i portatori di handicap e per chi si trovi, per qualsiasi motivo, nell’impossibilità di viaggiare, queste iniziative risultano ancora più importanti alla luce della situazione in cui ci troviamo. Non è un caso che il Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità stia lanciando in questi giorni diversi tour virtuali di tombe e altri monumenti  (tomba di Menna a Tebe Ovest, tomba di Meresankh III a Giza, Monastero Rosso di Sohag, Moschea-madrasa del sultano Barquq, Sinagoga di Ben Ezra, tomba di Kheti a Beni Hassan).

 

L’articolo completo: https://www.mdpi.com/1424-8220/20/6/1552

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Porcelli et al., “Integrated Geophysics and Geomatics Surveys in the Valley of the Kings”, in Sensors 20/6 (2020)