Per una volta, l’utilizzo della parola “tesoro” – o meglio, “tesoretto” – riferita a una scoperta non è improprio. Nel gergo archeologico, infatti, un tesoretto è un gruppo di monete nascosto in antichità, ma mai più recuperato.
In questo caso, il gruzzolo è davvero consistente perché la missione egiziano-russa a Deir el-Banat, sul bordo sud-orientale del Fayyum, ha ritrovato un sacchetto di lino, ancora chiuso con un sigillo in argilla, che contenevale 33 monete risalenti alla dinastia abbasside.
Tra queste ci sono 28 dinar d’oro coniati durante i califfati di Al-Mu’tasim Bi’llah (833-842), Al-Muqtadir Bi’llah (908-932) e Al-Radi Bi’llah (934-940). Si tratta sicuramente di una delle più importanti scoperte effettuate nel sito da quando, nel 2003, è partita la prima campagna di scavo, all’inizio solo russa. Nell’area, negli anni scorsi sono state individuate anche mummie di epoca greco-romana e altre testimonianze di età copta e islamica.
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