Arrivano ulteriori news sull’ultima scoperta nella baia di Abu Qir (13 km a nord-ovest da Alessandria), di cui avevo parlato nell’articolo precedente. Franck Goddio ha infatti presentato alla stampa altri interessanti ritrovamenti effettuati dalla missione archeosubacquea a Heracleion/Thonis.
Se nel comunicato stampa ufficale del Ministero del Turismo e delle Antichità ci si era soffermati più sul relitto di una nave del II sec. a.C., questa volta trapelano maggiori informazioni sulla vicina area sepolcrale poco approfondita prima.
Il tumulo, lungo 60 metri e largo 8, era il luogo di sepoltura dei mercanti greci che vivevano in città all’inizio del IV sec. a.C. e che, di fatto, gestivano il commercio dall’accesso al ramo canopico del Delta del Nilo ancora prima dell’arrivo di Alessandro Magno. Secondo quanto detto da Goddio, l’area corrispondeva a una sorta di isola circondata da canali in cui è stata ritrovata una gran quantità di oggetti in bronzo, soprattutto specchi e statuette di divinità, testimonianza di offerte nei piccoli sacelli tra le tombe. Cospicua è anche la presenza di ceramica importata, come anfore, vasi in miniatura e ceramica attica a figure rosse
Sembra però che la necropoli sia stata usata per un periodo di tempo piuttosto compresso, senza che la zona abbia restituito testimonianze né precedenti né posteriori. Va ricordato che la città di Eracleion subì una serie di disastri naturali – terremoti, maremoti e un progressivo inabissamento – a partire dal II sec. a.C. fino al VIII sec. d.C., quindi è ancora da stabilire il motivo per cui il tumulo sia stato abbandonato per quasi 200 anni dopo una sorta di “sigillatura” tramite incendi.
Tra i reperti ritrovati spiccano l’amuleto in oro di Bes già mostrato nello scorso articolo, una panca in legno per banchetti perfettamente conservata e diverse ceste ancora piene di frutti di palma dum (foto in alto). La palma dum (Hyphaene thebaica) è una pianta diffusa nel Nord Africa che produce coriacei frutti dalla scorza legnosa. Questa caratteristica li rende molto resistenti, quindi non è raro trovarli in ottimo stato di conservazione in tombe egizie (foto in basso).