Era prevedibile che qualche testa sarebbe saltata. Troppo grave il fatto, come nel caso della statua di Sekhemka, per non avere ripercussioni. Sabato sera, durante il convegno nazionale dell’Archaeological Institute of America a New Orleans, è stata decisa all’unanimità la sostituzione totale del consiglio di amministrazione della St. Louis Society entro il 1 febbraio, pena la revoca dello statuto all’interno dell’AIA.
Lo scorso settembre, la società aveva messo in vendita il cosiddetto “Tesoro di Harageh”, per poi, dopo aspre proteste da tutto il mondo, ritirarlo dall’asta e cederlo al Metropolitan Museum di New York. La somma guadagnata dall’operazione non è mai stata specificata, ma sarebbe stata impiegata per far ripartire il “Community Archaeology”, programma volto a incoraggiare l’interesse degli studenti tra i 10 e i 14 anni verso la scienza e l’archeologia, fermo dal 2003.
La direzione della St. Louis Society ha affermato che discuterà della questione nella consueta riunione del martedì e ha rifiutato di commentare ulteriormente.
Aggiornamento (14/01/2015):
Ieri sera, presso la Washington University, i membri della St. Louis Society hanno votato di opporsi alla decisione presa durante il congresso nazionale dell’AIA e manterranno l’attuale Comitato direttivo.
Aggiornamento (21/01/2015):
La risposta dell’AIA conferma la revoca del 1 febbraio. http://www.archaeological.org/news/aianews/18230
Aggiornamento (02/02/2015):
Contrariamente a ciò che avevano deciso in precedenza, dopo la riunione del 25 gennaio, tutti i membri del board della St. Louis Society si sono dimessi in blocco. E’ stato formato un nuovo comitato direttivo ad interim in attesa delle elezioni formali che ci saranno durante la prossima riunione annuale della società. Con questo provvedimento, l’AIA non revocherà l’appartenenza allo statuto nazionale.