Tra Tutankhamon a Thutmosi II c’è altro. Dopo l’articolo sulle tombe reali ancora da scoprire in Egitto, vorrei chiarire un’altra inesattezza riportata da siti e giornali all’indomani del clamoroso annuncio del ritrovamento negli Wadi Occidentali Tebani. Quelle di Howard Carter nel 1922 e di Piers Litherland nel 2022 non sono le uniche scoperte di sepolture faraoniche effettuate nell’ultimo secolo, o poco più, come evidenziato dai media. Di mezzo, come vedremo, ci sono state nuove necropoli reali e dinastie sconosciute.
La necropoli reale di Tanis (1939)
Il 27 febbraio 1939, il francese Pierre Montet effettuava una delle scoperte più importanti della storia dell’Egittologia che, tuttavia, complice l’imminente scoppio della Seconda Guerra Mondiale, non ebbe il meritato risalto. A Tanis, antica capitale del Delta orientale, nascoste da una serie di edifici in mattoni crudi di epoca tolemaica, 7 tombe reali contenevano i corpi di faraoni, regine, principi e funzionari della XXI e XXII dinastia (1050-750 a.C. circa), insieme agli incredibili tesori dei relativi corredi funerari.
Sarcofagi, maschere, gioielli, amuleti, vasi, armi, statuette in oro, argento (che in Egitto valeva più dell’oro) e pietre dure riempivano le camere sotterranee, alcune delle quali mai profanate da ladri. Ma, a differenza del secco clima delle necropoli tebane, l’ambiente umido del Delta non aveva permesso la conservazione delle mummie e degli oggetti in materiali organici. In totale, contantando solo i re, a Tanis erano sepolti Psusennes I, Amenemope, Siamon, Psusennes II (XXI din.) e Sheshonq I, Sheshonq II, Takelot I, Osorkon II, Sheshonq III, Sheshonq IV, Pamy e Sheshonq V (XXII din.).
La particolarità di questa necropoli, comune durante il Terzo Periodo Intermedio, è che si trovava all’interno del recinto del tempio principale. Altra peculiarità è il riutilizzo di materiale da costruzione e di oggetti del corredo prelevati da altre tombe ed edifici più antichi. Psusennes I, ad esempio, si appropriò del sarcofago in granito di Merenptah, facendolo trasportare dalla Valle dei Re a Tanis.
Le tombe della XVII dinastia riscoperte a Dra Abu el-Naga (2001)

Più che una scoperta, si tratta di una riscoperta quella effettuata da Daniel Polz (Istituto Archeologico Germanico al Cairo) a Dra Abu el-Naga, necropoli di Tebe Ovest. Come spiegato nell’articolo sulle tombe reali mancanti, alcune sepolture di faraoni della XVII dinastia erano state già individuate nel XIX secolo da tombaroli e antiquari che, però, non ne annotarono la posizione. Così, seguendo le tracce lasciate nel Papiro Abbott e nei documenti dei viaggiatori europei ottocenteschi, gli egittologi tedeschi hanno localizzato il punto in cui era sepolto Nubkheperra Antef (o Antef VI, 1555-1550 a.C. circa).
Nei pressi della tomba di Shuroy, sono stati individuati i resti di una piccola piramide in mattoni crudi, che in origine raggiungeva al massimo gli 11 metri di altezza. L’identificazione del re è arrivata grazie al suo cartiglio su una vicina cappella funeraria. La struttura copriva il pozzo di accesso alla camera sepolcrale, ovviamente trovata vuota a esclusione di pochi oggetti, come una testa di statua reale in arenaria. Il sarcofago di Antef VI, invece, era stato prelevato dagli abitanti del villaggio di Qurna nel XIX secolo e poi venduto al British Museum.
La dinastia perduta di Abido (2014)

Nel gennaio del 2014, sono arrivate a distanza di pochi giorni due notizie che hanno riscritto la storia dell’antico Egitto, in particolare del Secondo Periodo Intermedio. La missione del Penn Museum ad Abido, diretta da Joseph Wegner, ha prima individuato un enorme sarcofago in diorite appartenuto a un Sobekhotep della XIII dinastia, forse il IV (1700 a.C. c.), e poi la prima tomba di un faraone di una casata locale ancora sconosciuta.
La sepoltura di Senebkay (1650 a.C. ca.) ha infatti permesso di attestano l’esistenza ad Abido di una dinastia non inclusa nella classica divisione manetoniana in 30 gruppi di re. Nel complesso periodo tra Medio e Nuovo Regno, doveva esserci un centro di potere contemporaneo alle dinastie XV e XVI. Anche l’analisi dei resti ossei di Senebkhay, probabilmente morto in battaglia, hanno fornito dati che confermano un tumultuoso stato di guerra. Ma non finisce qui. Pochi giorni fa, infatti, la missione ha scoperto un’altra tomba reale afferente alla Dinastia di Abido, ma non è potuta risalire all’identità del faraone.
Per approfondire:
Polz D., “The pyramid complex of Nubkheperre Intef“, Egyptian Archaeology 22 (2003), 12-15
Wegner J., “A Royal Necropolis at South Abydos: New Light on Egypt’s Second Intermediate Period“, Near Eastern Archeology 78/2 (2015), 68-78