Nell’anno delle sfarzose parate dell’archeologia egiziana, la barca solare di Cheope ha fatto il suo ultimo (forse) viaggio. Dopo il trasferimento delle mummie reali e prima di quello della maschera di Tutankhamon e dell’inaugurazione del Viale delle Sfingi a Luxor, nella notte una gigantesca ‘arca’ nero-dorata ha trasportato lentamente l’imbarcazione di 4600 anni per i 4 km che la separavano dal vecchio museo all’ombra della Grande Piramide, in cui si trovava dal 1982, alla nuova sede espositiva del Grand Egyptian Museum.
Questa volta, però, l’evento non ha avuto la copertura mediatica che si è vista per le mummie dei faraoni; d’altronde, si è trattato di un ‘mega trasloco’ durato quasi 48 ore, tra le delicate operazioni di preparazione e la marcia vera e propria, partita ieri alle 18.00 e conclusasi alle prime luci dell’alba di oggi. Per scongiurare danni all’imbarcazione, infatti, il gigantesco veicolo importato dal Belgio ha coperto il percorso in circa 10 ore, a una velocità massima di 600 metri orari.
Le dimensioni della barca (43 metri di lunghezza e 6 di larghezza) e il peso di 20 tonnellate, insieme alla scontata fragilità di un reperto in legno millenario, hanno richiesto una lunga fase preliminare, a partire dalla chiusura del vecchio museo nell’agosto 2020. Da quel momento, l’imbarcazione è stata restaurata, consolidata, sterilizzata e imballata. Attorno all’edificio poi – fra l’altro opera dell’architetto italiano Franco Minissi – sono state montate impalcature per permettere lo spostamento della barca nel veicolo manovrato da remoto. Dispositivi di monitoraggio hanno controllato temperatura, umidità e vibrazioni all’interno; inoltre, tutte le strade del percorso sono state adattate per evitare pericolose pendenze.
Questa barca fu scoperta nel 1954 dall’archeologo egiziano Kamal el-Mallakh in una fossa sul lato sud della Piramide di Cheope e doveva servire a trasportare nell’aldilà il corpo del faraone e forse anche fisicamente nel corteo funebre; i resti di una seconda imbarcazione, individuata con precisione solo nel 1987, sono stati da poco prelevati e sono in attesa di essere restaurati e riassemblati nel Grand Egyptian Museum.