Come ormai di consueto per le missioni egiziane, stamattina si è tenuta una conferenza stampa in cui il ministro Khaled el-Enany (foto a sinsitra) ha annunciato una grande scoperta: una necropoli con oltre 40 sarcofagi nella provincia di el-Minya, Medio Egitto. Il ritrovamento di 8 tra tombe e pozzi funerari, databili dal Periodo Tardo all’inizio dell’Età Tolemaica (seconda metà del I millennio a.C.), è stato effettuato dagli archeologi dell’Università del Cairo che scavano qui, 6 km a nord di Tuna el-Gebel, dal novembre del 2017. Queste sepolture appartengono alle famiglie dei sacerdoti di Thot, la principale divinità venerata nella capitale del XV nomo dell’Alto Egitto, Ermopoli (oggi el-Ashmunein).
In particolare, nella tomba del sommo sacerdote Harsiesi, sono state ritrovate 13 deposizioni, oltre a più di mille ushabti in faience e 4 canopi in alabastro perfettamente conservati in cui sono ancora conservati gli organi mummificati del defunto. Il nome di quest’ultimo, Djehutyirdies, è scritto sui vasi e sul sarcofago con la mummia riccamente ornata da un collare in bronzo che rappresenta Nut alata, diverse collane in perline rosse e blu in pasta vitrea e lamine in bronzo dorato. Inoltre, il corpo era dotato di 4 amuleti in pietre semi-preziose di cui uno reca l’iscrizione propiziatoria Nefer-renepet: “Buon anno nuovo”.
Più in generale, dalle tombe provengono diversi vasi ceramici, maschere funerarie, gioielli e 40 sarcofagi in calcare di varie dimensioni, alcuni dei quali con all’interno feretri antropoidi in legno con il nome e il titolo del morto. Questi numeri forniscono la portata del sito che, secondo le stime di Mustafa Waziry, segretario generale del Supreme Council of Antiquities, richiederà almeno 5 anni per essere indagato completamente.
Più o meno nella stessa area, lo scorso maggio era stata scoperta una cachette tarda con 17 mummie.
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